PINACOTECA DI BRERA: NUOVE VOCI, VOCI DIVERSE Con la fine dello stato di emergenza il museo torna a piena capienza e inaugura didascalie che ampliano la sua fruizione a pubblici sempre più diversificati

La Pinacoteca di Brera riapre al suo pubblico inaugurando una nuova fase del suo percorso. Alla fine dello stato di emergenza il museo torna a piena capienza con un’offerta sempre più inclusiva, grazie anche alle trasformazioni realizzate in questi due ultimi due anni, come la messa a punto della piattaforma di contenuti esclusivi BreraPlus+ che vede la Pinacoteca un luogo che continua a interpretare il suo tempo e a dialogare con il suo pubblico nella maniera più efficace. Non si recupera dunque la Pinacoteca “com’era”, ma se ne scopre una diversa, ancora più ricca grazie all’offerta online, ormai parte integrante dell’esperienza di Brera.
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La nuova fase rende possibile ripristinare alcuni elementi forzatamente esclusi, ma anche proporne di inediti. In  particolare nuove didascalie - sulle cornici, le tre religioni, di artisti contemporanei asiatici, tattili in bassorilievo - che arricchiranno il museo sviluppando ulteriormente un apparato che dal 2016 è uno dei fiori all’occhiello di Brera.
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Le didascalie curatoriali, ma anche di autori come Orhan Pamuk, Ingrid Rowland e Tiziano Scarpa, per le famiglie o che propongono una lettura “al femminile” di alcuni dipinti sono da sempre infatti una componente fondamentale del riallestimento della Pinacoteca. Più recentemente, nuovi tipi di didascalie, come quelle olfattive (che non è ancora possibile ricollocare) completavano l’esperienza multisensoriale del visitatore assieme alle didascalie tessili che sono già state riposizionate.
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NUOVE DIDASCALIE: NUOVE VOCI

Le nuove didascalie che inaugurano nel museo a partire da aprile 2022 sono progettate nel solco della missione di Brera: promuovere la diversità di approcci, di competenze, di esigenze, allargare lo sguardo rispetto all’imprescindibile presentazione storico-artistica dell’opera, rivolgendosi a pubblici disomogenei per composizione e abitudini, per abbattere le barriere d’accesso alla fruizione, forni- re nuovi strumenti interpretativi. Franco Russoli riconosceva l’inclusione di nuove prospettive come parte necessaria dell’esperienza museale, quando scrisse: «Il museo dev’essere un luogo dove si va per alimentare i propri problemi di conoscenza, [...] per questo [...] si chiamino a svolgere l’attività didattica, la lettura delle diverse collezioni, non soltanto gli esperti della materia, ma gli storici e i conosci- tori di altre discipline. Una raccolta di opere d’arte, ad esempio, sia visitata, anche, con la guida di un sociologo, di uno psicologo, di uno storico, di un economista». Le proposte veicolate dalle didascalie si intrecciano così strettamente con una delle principali funzioni svolte dalla Pinacoteca, legata a concetti come “accessibilità” e “inclusione” e sintetizzata nella formula Occorre tutta una città: fornire un sostegno alle persone con bisogni speciali nella fruizione del museo, pensandolo come punto di riferimento per un’intera comunità.
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Proprio per favorire questo criterio esordiscono ad aprile le didascalie delle tre religioni: alcuni membri delle tre religioni abramitiche hanno scritto didascalie per alcuni capolavori di Brera a tema cristiano. Così autori come Timothy Verdon, i rabbini Chava Koster e Lawrence Weschler e il musulmano canadese Ausma Zehanat Khan hanno descritto opere di artisti come Carpaccio, Zenale, Palma il Vecchio e Vincenzo Foppa.
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Sempre per la ricerca nel museo di letture e punti di vista diversi arrivano al museo le didascalie di tre artisti contemporanei asiatici. Dal 2020 il curatore dell’arte contemporanea Maurizio Bortolotti è stato coinvolto nella ricerca di tre artisti con- temporanei asiatici che scrivessero didascalie per dipinti della collezione di Brera. La sua selezione ha incluso Chan Kok Hooi da Penang (Malesia), dove attualmente vive e lavora, Bose Krishnamachari da Mumbai (India) e Yang Fudong, che vive e lavora a Shanghai. Tra le opere scelte, Ambrogio Lorenzetti, Rembrandt e Giorgio Morandi. Tra gli importanti autori che hanno elaborato didascalie per Brera figura infine Teju Cole, scrittore, fotografo e storico dell’arte nigeriano-americano, che si è soffermato sulla Natura morta con strumenti musicali di Evaristo Baschenis.

Dal 28 aprile a Brera sarà presente anche un’altra nuova serie di didascalie che non si focalizzerà sui dipinti, ma sulle loro cornici. Pensata per gruppi intergenerazionali, permetterà di apprezzare la maestria e fantasia con cui sono state realizzate e di partecipare più attivamente alla visita grazie alle attività proposte nel testo.
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Il 28 aprile (e a seguire il 12 e il 26 maggio) al mattino, sarà possibile fruire in ante- prima di due bassorilievi realizzati dall’artista Francesco Petrella, componente dei Servizi Educativi della Pinacoteca che riproducono, in dimensioni ridotte, la Cena in Emmaus di Caravaggio e Il bacio di Francesco Hayez. Creati con caratteristiche idonee all’esplorazione tattile di visitatori ipovedenti e non vedenti, saranno collocati vicino alle rispettive opere; corredati da una seduta e da un QR Code in grado di rimandare ad audiodescrizioni specifiche, consentiranno la visita in completa autonomia. Il progetto (evoluzione della didascalia in rilievo e braille – sviluppata con l’Università di Pavia negli anni scorsi) da qualche mese è in fase di sperimentazione per mettere a punto ulteriori apparati pensati per persone con disabilità visiva, ma ricchi di spunti interessanti e adatti alla fruizione di ogni tipo di pubblico. Al termine della sperimentazione le postazioni diventeranno fisse rimanendo in questo modo sempre a disposizione del pubblico.

NUOVE REGOLE DI ACCESSO E FRUIZIONE DEL MUSEO

Oltre a ricollocare nelle sale della Pinacoteca alcuni supporti (tra cui sgabelli e panche da disegno) e ad esporre le nuove serie di didascalie e i bassorilievi, la fine dello stato d’emergenza inaugura anche un nuovo modo di accedere al museo e di visi- tarlo. Ecco le principali novità in vigore dal 1° aprile scorso:

• per entrare in Pinacoteca non è più richiesto il Green Pass, né base né rafforzato; • i visitatori hanno l’obbligo di indossare mascherine chirurgiche o FFP2;

• il termoscanner per la rilevazione della temperatura resta a disposizione, ma il suo utilizzo è facoltativo;

• tornano le prime domeniche del mese gratuite (con prenotazione obbligatoria);

• a capienza delle sale viene riportata al 100%, per un totale massimo di 3.000 ingressi giornalieri;

• l’orario di apertura viene esteso dalle 8:30 alle 19:15 (ultimo ingresso ore 18:00), com’era prima della pandemia;

• a prenotazione resta obbligatoria.

Se la pandemia, come tutte le crisi, è stata anche un momento di ripensamento e un’opportunità di crescita, non tutto ciò che ha determinato è da cancellare. La prenotazione evita le lunghe code in attesa di accedere al museo, ma soprattutto bene interpreta il disinteresse di Brera per il turismo “mordi e fuggi” e i visitatori occasionali, sostituiti da veri e propri “soci” (in questa direzione va l’introduzione della BreraCard e l’esclusività per gli abbonati di BreraPlus+). Rappresenta infatti uno strumento funzionale al modello di fruizione auspicato dalla Pinacoteca, che prevede un’esperienza da preparare prima di entrare in museo (con l’ausilio dei tanti materiali scaricabili da pinacotecabrera.org) e da prolungare dopo l’uscita. Per- mette insomma di conoscere meglio il proprio pubblico, raggiungendolo a casa con la Brera Box e profilandolo per elaborare un’offerta più mirata.